Eccoci qui per la seconda parte del mio soggiorno milanese!
Parte 2. L’esplosione del gotico: il Duomo di Milano.
Per chi si fosse perso la prima parte può trovarla QUI.
I prossimi saranno —> Parte 3. Luoghi da brivido: San Bernardino alle Ossa – La capanna della salvezza: Basilica di Sant’Ambrogio – L’ultima cena.
Parte 4. Castello Sforzesco – Fantasmi al Parco Sempione – lo Stadio di San Siro!
Iniziato nel 1387, la sua costruzione dura fino al 1800 e poi ancora con qualche rifacimento durante il 1900.
Per comprendere al meglio la sua forma e la sua struttura occorre pensare che la sua origine risale al Medioevo dove l’analfabetismo era molto diffuso ed occorreva istruire attraverso l’utilizzo di immagini.
Come una grande libro aperto, scolpite al suo interno ed esterno, troviamo storie bibliche, storie che raccontano le vite dei Santi e numerosi cicli pittorici.
Subito nella parte esterna notiamo gli splendidi e possenti contrafforti, magistralmente decorati da statue, che hanno il compito di scaricare il peso delle alte volte del Duomo sul suolo.
Era un importantissimo stratagemma di rinforzo e bilanciamento delle spinte orizzontali delle volte. Nel Medioevo era consuetudine realizzare imponenti “case di Dio” che svettavano verso l’alto, proprio per simboleggiare questa ascensione verso il cielo, e dunque occorreva sviluppare delle tecniche che non consentissero il crollo dell’intera struttura a causa della gravità.
Le grandi finestre, soprattutto quelle nell’abside, permettono alla luce di entrare colorando tutto intorno.
…vista delle finestrone dell’abside dall’esterno…
…vista delle finestrone dell’abside dall’interno…
Sul tetto un “fantastico popolo di figure” per usare le parole di Hesse nel 1903.
e poi c’è lei…la Madonnina!
Alta oltre 4 metri in rame dorato, venne realizzata nel 1774 da Giuseppe Perego che la modellò e da Giuseppe Bini, orafo.
Da sempre considerata la protettrice della città.
Con lei, il Duomo raggiunge l’altezza di 108 metri!
Passiamo ora all’interno.
Formata da cinque navate, o meglio, “spazi longitudinali”, di cui è composta una chiesa, la navata centrale è la più imponente. E svetta proprio verso il cielo! Sembra infinita!
Dettaglio della volta…assolutamente mozzafiato!
Coloratissime vetrate realizzate secondo l’uso tipico del Gotico. Per tutto il 1400 e il 1500 le vetrate furono realizzate in pasta di vetro colorata ma nel 1800 fu usata la tecnica della pittura su vetro che penalizzò la trasparenza della vetrate…
Oh accidenti ! Odio questi momenti! 😦
Io faccio sempre molta attenzione alla gente che cerca di fare delle fotografie…ma non tutti pongono la stessa attenzione per gli altri, evidentemente ! Eppure è impossibile non notare qualcuno con una reflex abbastanza ingombrante… 😉
L’edificio ha uno stile totalmente differente dalle esperienze che venivano promosse in altre città italiane come Firenze, ad esempio. E’ influenzato da orientamenti culturali rivolti soprattutto alla Francia e ai paesi germanici.
Differenze che troviamo anche nella scelta del materiale, non più il tradizionale mattone ma il granito delle cave di Candoglia.
Non riuscivo a smettere di osservare gli enormi capitelli con le loro incredibili statue di Santi e Martiri.
C’era una sorta di mistero lassù…sono posti molto in alto e non è semplice potere ammirarli tutti. Da vicino quelle statue saranno splendide…ma non riusciremo mai a vederle davvero!
Occorrerebbero dei ponteggi speciali… potrebbe essere davvero molto istruttivo ed interessante poter ammirare da vicino quelle creazioni.
Dettaglio dell’altare della Madonna dell’Albero.
Dettaglio dell’altare di San Giovanni Bono.
Questo è invece un dettaglio della statua di San Bartolomeo. Il martire è rappresentato completamente scorticato mentre sostiene la propria pelle come fosse un drappo.
L’opera viene considerata un buon esempio di anatomia.
E’ un luogo unico e dispiace un po’ che sia così piena di file di turisti perché viene a mancare l’aria di devozione che dovrebbe rendere questo luogo… sospeso fra cielo e realtà.
A poco servono gli avvisi e gli addetti che girano fra le navate cercando di mantenere l’ordine….mi sentivo anche io un po’ in colpa…di troppo…
Avrei dovuto posare la macchina fotografica e respirarne l’aria antica e viva…
…e così ho fatto…
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Non perdetevi il prossimo articolo —> Parte 3. Luoghi da brivido: San Bernardino alle Ossa – La capanna della salvezza: Basilica di Sant’Ambrogio – L’ultima cena.
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