Dal 2 Ottobre all’1 Novembre 2015 si è svolta la Nona edizione della manifestazione culturale Le Vie dei Tesori, che ogni anno permette a numerosi luoghi storici di Palermo di respirare nuova vita e di tornare a splendere negli occhi di centinaia di visitatori increduli davanti a tanta inaspettata bellezza nascosta.
Vengono mostrate dimore nobiliari ricche di quadri, ori, affreschi e suppellettili d’epoca, Oratori e Chiese che custodiscono misteri e misticismo, giardini reali, castelli, cripte e da quest’anno anche uno dei più importanti e raffinati teatri della città, il Teatro Politeama!
Seguo questa manifestazione fin dalla sua nascita nel 2006 e quest’anno, per la prima volta, sono stata coinvolta nell’evento!
Mi sono ritrovata così a guidare gruppi di 30-50 persone all’interno del tortuoso e sfavillante Teatro di Giuseppe Damiani Almeyda! 😀
Vi racconterò tutto sul teatro esattamente come ho fatto per ben cinque week-end a tutti i numerosi visitatori che sono venuti a trovarci, più altre piccole curiosità! 😉
In questa prima parte conoscerete la Storia, lo stile e le stanze segrete del teatro.
Nella seconda parte visiteremo la platea, ci addentreremo nella zona non più agibile del loggione e i tetti!
Iniziamo! 😀
Il teatro sorge in quella che era la parte esterna della città.
Palermo a sud-ovest terminava più o meno dove adesso si trova il Teatro Massimo, lì vi era la Porta Maqueda, oggi non più esistente ma ancora presente in alcune fotografie storiche, come questa che vi ho postato! 🙂
La Porta era stata realizzata nel 1600 dal Duca di Maqueda, Vicerè di Palermo e fu abbattuta e modificata più volte nel corso dei secoli fino alla sua totale demolizione nel 1880 per fare spazio all’attuale Piazza Verdi dove sorge il Teatro Massimo.
Tutto ciò che stava oltre questa porta era campagna, non vi erano strutture di nessun genere, non vi era nemmeno la rete fognaria!
Quelle che noi conosciamo come Via Libertà e Via Dante erano a malapena accennate.
Nella mappa qui sopra, che risale a fine ‘800, ho evidenziato la scritta “Porta Maqueda” ed ho segnato con una stellina la posizione del Teatro Politeama…vedete? Non vi era nulla di ciò che siamo abituati a conoscere oggi! 😉
Persino il Carcere dell’Ucciardone è in mezzo al nulla, ora invece è una delle zone più caotiche della città! 😀
Le condizioni igenico sanitarie della zona non erano delle migliori e nel 1866 scoppiò una terribile epidemia che uccise quasi 7.000 persone.
Nonostante ciò, il Senato decise comunque di spendere tantissimi soldi per la realizzazione del futuro Teatro Politeama e nel 1867 venne aperto il cantiere, destando non poche polemiche!
Pensate che solo la struttura costerà ben 2 milioni di lire (per fine ‘800 erano davvero tantissimi soldi!) e le successive decorazioni costeranno altre 600,000 lire!
Il teatro verrà inaugurato nel 1874, ancora senza decorazioni, con la prima dell’Opera “Montecchi e Capuleti” (Romeo e Giulietta) di Bellini.
La sua struttura, una volta completata, fu aspramente criticata per la sua conformazione.
Secondo i critici dell’epoca infatti ricordava troppo il Colosseo, forse per la sua forma circolare, i colonnati in stile dorico e ionico e la mancanza del tetto!
Già, perché molti non sanno che in realtà in origine il teatro era a cielo aperto!
La cupola in vetro e ferro verrà realizzata a Palermo presso la Fonderia Oretea solo a fine ‘800.
L’architetto aveva progettato una cupola fin dall’inizio del cantiere ma non ebbe i permessi per realizzarla perché considerata un’opera imponente e poco sicura!
Pensate che è tutta in ferro e vetro su base di ghisa e pesa quasi dieci volte più di quella del Teatro Massimo!
Per qualche anno, dunque, venne realizzata una copertura fittizia, utile durante i giorni di pioggia o gli spettacoli notturni……ma torneremo a parlare della cupola una volta all’interno teatro! 🙂
In cima all’ingresso trionfale troneggia la splendida quadriga di Rutelli e i cavalli di Civiletti!
Prima di essere forgiati in bronzo a Napoli per resistere al tempo e alle intemperie, questa splendida composizione era realizzata in cemento dipinto. Venne sostituita il 24 Maggio del 1930 ma prima di essere posta in cima al teatro, si decise di esporre la quadriga per tre giorni di fronte all’ingresso, cosicché i cittadini potessero ammirare da vicino i dettagli decorativi di questa galoppante composizione…
…e potessero ammirare anche le sinuose forme del Dio Apollo e della Dea Euterpe, dea della poesia e della musica.
La storia del teatro prosegue all’interno, dopo aver percorso il foyer splendidamente arricchito da rilievi e pitture in stile pompeiano…
…attraversiamo il loggiato dorico…
….passando accanto al busto del nostro architetto Giuseppe Damiani Almeyda!
Per le decorazioni del teatro si parlerà sempre di Stile Pompeiano; a metà ‘700 vengono riportati alla luce i primi edifici di Pompei e con essi, le pitture e i colori che adornavano gli spazi urbani e privati, facendo esplodere così una moda che caratterizzerà molti edifici dell’epoca!
Ed è proprio questo lo stile che caratterizza tutte le pitture interne ed esterne del Teatro Politeama!
Ritroveremo spesso rappresentate le corse con i cavalli, riferimenti alle maschere della tragedia e della commedia o strumenti musicali.
Passando oltre il loggiato si raggiunge la prima delle tre sale solitamente chiuse ai visitatori, la sala del Gran Caffè, chiamata la Sala degli Specchi!
Splendidamente decorata con elementi floreali, animali, finte architetture, maschere e strumenti musicali.
La decorazione si accosta un po’ all’idea dei giardini d’inverno.
Spesso si decoravano parti interne dei palazzi nobiliari con delle pitture che richiamassero e imitassero i reali giardini esterni alla tenuta.
La decorazione di questa sala è assolutamente unica, le altre stanze che incontreremo non avranno nulla di simile a questa, se non qualche lieve riferimento allo stile generale che caratterizza il teatro.
Qui i nobili fra uno spettacolo e un altro e durante le pause, venivano per prendere il caffè e chiacchierare.
Il Gran Caffè lavorava anche indipendentemente dal teatro, aveva un ingresso autonomo e funzionava come uno dei tanti bar che siamo abituati a conoscere.
Faceva cibo d’asporto, come ci segnalano i giornali e le locandine dell’epoca! Sono rimasti dei piccoli manifesti con il nome delle pietanze preparate e i loro prezzi! 🙂
Oggi questa sala è spesso utilizzata per piccoli concerti, esposizioni natalizie e conferenze.
Raggiungiamo il secondo piano…
…e il colonnato ionico per scoprire un punto di vista differente del teatro e della piazza adiacente! 🙂
Incontriamo altre splendide pitture…
…e due sale molto simili fra loro !
La Sala Gialla e la Sala Rossa erano anch’esse utilizzate durante le pause degli spettacoli, come luogo di incontro e anche come sale da ballo!
Immaginate delle donne di fine ‘800 con abiti in stile, volteggiare per la sala davanti agli specchi! 😀 ( io penso sempre alla scena del ballo dal film “Il Gattopardo”).
Come si nota dal confronto delle foto, sono due sale che presentano la stessa decorazione e conformazione ma con resa e destino diversi!
Ho messo a confronto due pitture molto simili fra loro, la prima appartiene alla Sala Gialla e la seconda alla Sala Rossa…lo stato di conservazione è completamente differente!
La Sala Rossa è quella che si è conservata meglio rispetto alla Sala Gialla, perché fino a circa 10 anni fa fu sede della Galleria di Arte Moderna (adesso in Piazza Sant’Anna).
E questo cosa vuol dire?
Spesso si fa l’errore di credere che chiudere un luogo storico ne preservi l’integrità.
In realtà i luoghi della storia e dell’arte hanno bisogno di essere costantemente arieggiati, puliti e vissuti per sopravvivere!
Non ci resta ora che dirigerci verso il loggione per scoprire altre nuove curiosità sulla cupola in ferro e vetro e le terrazze non visitabili…
…presto nella seconda parte dell’Articolo! 😛
Bye!
😀
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Ogni giorno ricco di tante curiosità! 🙂
Grazie per questo splendido articolo! La informo che esiste un progetto di riqualificazione dell’intero teatro redatto da un team di ingegneri e architetti (siciliani i e non) che amano Palermo (si legga il libro “Buttanissima Sicilia” in proposito) e che due anni fa hanno creato una associazione ed hanno regalato il bellissimo progetto da loro redatto al Comune di Palermo ed alla Regione Siciliana (ed erano state individuate anche le forme dui finanziamento con i fondi europei…). Ovviamente le due istituzioni nulla hanno fatto in questi anni se non litigare fra loro…. d’altronde il governo di questa regione è sotto gli occhi di tutti quelli che hanno un minimo di capacità di ragionare…. il dramma è che continueranno a votarli perché vivono sulla ignoranza della purtroppo stragrande maggioranza dei loro concittadini.
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La burocrazia è uno dei mali del nostro Paese, purtroppo! Il teatro ha davvero bisognoso di una mano e al più presto! E’ un gioiello incredibile ed avrebbe bisogno di più attenzioni e valorizzazione! Si potrebbe inserire in circuiti turistici e fare dei concerti e delle visite guidate ogni giorno! La verità è che nessuno fa niente per niente! La mentalità del palermitano è mangiare, mangiare, mangiare senza dare nulla in cambio! Almeno, questa è la mentalità di chi non ha arte e luce nel cuore, anche se millanta di averle e di essere in buona fede! Grazie per aver letto e apprezzato la prima parte dell’articolo e per quello he fate ogni giorno anche voi per la nostra città! Buon lavoro !
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che si rimetta al suo posto il lampione all’ngresso principale a sinistra mancante da più di due anni, lo stesso, abbattuto incidentalmente o volutamente, è rimasto sdraiato sull’erba prima di sparire definitivamente per un anno circa, l’ho segnalato diverse volte , ma inutilmente ( come era prevedibile).
L’invito opposto, cioè eliminare i faretti di colore nero ( orribili ) a luce alogena posti lungo il colonnato. Mi fermo a queste osservazioni perchè tutti siamo consapevoli del degrado del Politeama nella sua interezza.
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Il lampione si trova attualmente adagiato sul pavimento della Sala degli Specchi, in attesa di restauro. Purtroppo non ho alcun potere decisionale sulla sorte del teatro, fosse per me comprerei ogni monumento abbandonato della città e lo darei in gestione seria ad enti benefici o comunque ad associazioni in grado di prendersi cura del sito, della sua storia e della sua valorizzazione.
Il fatto che comunque si renda fruibile un monumento così importante è già un passo importante. Conoscere significa aprire gli occhi ed aprire gli occhi significa smuovere le acque…nel mio piccolo provo a dare luce a luoghi e storie…mostro il degrado se serve, ma non mi vanto nel farlo perché non voglio buttare giù righi di parole contro il malfunzionamento di certe cose, anzi! Voglio attrarre l’attenzione sulle cose belle e buone perché la bellezza genera bellezza, sempre! Una città amata è una città protetta ma se non conosciamo le cose belle che possediamo e ci fissiamo solo ad osservare il degrado e a lamentarci, non stiamo facendo nulla di buono, anzi ci convinciamo e convinciamo gli altri che non valiamo nulla e che siamo solo polvere e degrado! 🙂
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